Mi chiamo Roberta Piccolomini,
vorrei condividere con voi alcuni flash della mia vita.
Se avrò conquistato la vostra attenzione, cogliendo un sorriso, avrò fatto la mia buona azione del giorno!
Se fossi uno stato social mi definirei in un “rapporto aperto e con grandi possibilità di crescita con il genere umano”.
Ma non è stato sempre così semplice...anzi...non lo è nemmeno adesso!
Ciò che ho potuto umilmente comprendere a seguito delle mie variopinte esperienze di porte in faccia, di cui la vita mi ha tanto entusiasticamente voluto omaggiare, è che sarebbe più utile decriptare come funziono io che concentrarmi sugli altri. Ma non mi nego, a tempo perso e per diletto, di trastullarmi nella sottile arte del giudicare gli altri gratuitamente.
Sono umana, pure sincera e il tempo mi dà sempre ragione ma non lo posso dimostrare.
Vengo da una e più famiglie per cui i libri sono stati l’unica occasione per viaggiare, scoprire, avventurarsi, studiare, commuoversi, appassionarsi alla vita. Io, tutte queste cose le posso fare, attivamente e soprattutto ho la fortuna di amare lo studio e praticare il pensiero libero. La dipendenza da qualunque testo scritto si è geneticamente trasmessa. Mi piacerebbe affezionarmi e fidarmi di più alle mie idee digitate.
Mi sono laureata in Scienze della Comunicazione e poi sono espatriata a Milano per proseguire il percorso in Comunicazione d’Impresa. E la domanda che ancora attende una risposta definitiva è: perché una persona con evidenti problemi di comunicabilità come me ha scelto questo corso di laurea?
Appunto. La risposta è contemplata nella domanda stessa. Poi ho addirittura scoperto che la comunicazione fa parte del mio patrimonio genetico, del mio progetto di vita e delle mie qualità migliori...pensa te!
Da Milano mi sono concessa diversi traslochi che per ora mi hanno portato a riscoprire le mie radici romane. Nonostante tutto, non ho ancora trovato il luogo giusto da chiamare "casa", quindi una valigia è sempre pronta accanto al letto.
Tornando alla scuola, la scelta di una facoltà così ad ampio spettro ha sostenuto la mia naturale propensione a fare tutt’altro nel lavoro e concentrarmi soprattutto sulle passioni extracurriculari, conoscere e sperimentarmi in diversi campi. Anche se questa caratteristica mi ha fatto guadagnare il titolo di “persona inaffidabile” nel mondo dei recruiter...che Dio li benedica!
Poi ho avuto un mezzo innamoramento, ma niente di serio, per il giornalismo. Dopo un lungo rapporto tra lascia e prendi ho capito che il settore delle liete novelle meritava una donna migliore di me! Ho continuato a scrivere, si, ma a puro scopo di guadagno...evviva il marketing, evviva i social, evviva le iperboli e anche le Keywords che ti fanno salire in cima al ranking. Tranquilli, con i tecnologismi anglosassoni il rapporto è durato anche meno di una notte in Motel.
E parlando di tutto quell’altro su cui ho concentrato le mie più vive attenzioni abbiamo:
la passione per il nuoto, le arti marziali, lo sport tutto (tranne il rugby, lo guardo ma la mia taglia ridotta non mi ha consentito di praticarlo). Le arti meditative, il volontariato, le discipline olistiche; e ovviamente la lettura, il cinema, una vera dipendenza, la tecnologia, la comunicazione (si, quando poi ho capito che il nemico del mio nemico è mio amico) ma solo se serve a dire la verità, se è affrontata dal punto di vista umanistico ed è espressa con grammatica corretta; e senza fare facili ironie, la mia passione per antonomasia: l’idraulica casalinga.
Non avrei mai potuto fare tutto questo se non avessi avuto tanta, ma tanta voglia di studiare e acquisire sempre nuove e necessarie competenze. E la voglia di entusiasmarmi, sorridere ed aprirmi alle novità. Vabbè, la verità è che non riesco proprio a farmi i fatti miei, devo sapere tutto di tutti e in tutti i campi, almeno una spolveratina, almeno per non rimanere a boccheggiare di fronte ad una emergenza o ad una domanda scomoda.
Nel frattempo, vi chiederete, lo so che ve lo state chiedendo, sento il vostro pruriginoso pensiero: e il fidanzato? La famiglia? I figli? Stanno tutti bene, a casa degli altri!
Non è che non mi piaccia l’amore, io vivo d’amore, sono fatta d’amore, respiro amore, ho speso tanti soldi per amore ma vivere con me non è una passeggiatina di salute. Ma neanche voi altri siete così facili da soddisfare!
Comunque all’alba dei mie 42 il principe azzurro, prole e pulcioso a seguito, hanno bussato alla mia triste e solitaria porta, comodamente salendo in ascensore per tre piani. Anche se mi hanno trovata con il pigiamone di flanella e i capelli sfatti, continuano ad apprezzarmi per segrete qualità che persino io ignoro.
Mi sento molto fortunata! Soprattutto perché ho detto addio ad un periodo di insonnia, preoccupazioni e brutte abitudini alimentari che hanno seriamente minacciato la mia imperturbabile serenità borghese.
Così, tra un’esperienza e l’altra, tra un “perché” e un “adesso basta”, la mia “seconda vita” comincia ad esigere le degne attenzioni.
Ho lasciato il mondo del marketing e della comunicazione spinta e senza etica, delle redazioni, degli aperitivi del giovedì sera, per guardarmi dentro e capire che non ero felice e soddisfatta di me stessa e degli obbiettivi che mi prefiggevo e puntualmente boicottavo; che stavo interpretando, con scarso successo, un ruolo che non mi apparteneva. Da questa cocente consapevolezza ad iscrivermi al percorso di formazione in Naturopatia, il passo è stato breve ed intenso. Dopo tanti anni di obbiettivi finalmente uno scopo: aiutarmi ed aiutare, scrivere e parlare come atto di condivisione e verità, la cura di se stessi prima e finalizzata al dono, mettersi alla prova e in gioco sempre, scoprire qualità, vedere potenzialità nei limiti da superare, la salute come dimensione olografica del nostro vissuto e delle nostre capacità.
Da qui in poi ho ricominciato a fare tutto da capo, anche a scrivere e fare promozione, con una consapevolezza nuova e diversa, con una semplicità riscoperta, con coraggio ed entusiasmo, da sola e in compagnia. Ho reimparato a leggere tra le righe del non-detto, delle persone, delle situazioni ed esperienze, nelle emozioni, nelle delusioni. Questo mi piace davvero, mi sembra istintivo, semplice e importante come la prima parola che imparai a leggere: “ACQUA”!
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